
La medicina genere-specifica, la salute disuguale e la comunicazione
Corso organizzato d’intesa con OdG- Ordine giornalisti della Lombardia nell’ambito del ciclo di incontri “Salute in Comune”
4 CPF ai giornalisti che si iscrivono direttamente sulla nuova piattaforma formazionegiornalisti.it
Con la collaborazione di Comune di Brescia, Fondazione Brunelli Onlus
La Medicina genere-specifica è spiegata dall’OMS come lo studio dell’influenza delle differenze biologiche (definite dal sesso) e socio-economiche e culturali (legate al genere) sullo stato di salute e di malattia di ogni persona. Il fine della Medicina genere-specifica è dunque quello di migliorare l’appropriatezza diagnostico-terapeutica rendendola sempre più “precisa” e “gender-tailored”, tenendo presente l’ importanza dello Status Syndrome come descritto da Michael Marmot, presidente della Commissione OMS sui determinanti sociali, quando parla del gradiente sociale delle salute: si muore anche per povertà, solitudine, per mancanza di opportunità, per burn out con un esaurimento psicofisico delle persone ( madri, care-givers, insegnanti, medici, infermieri ) addette all’attività di cura verso i figli, gli anziani e, ultimamente, verso i malati di Covid.
La comunicazione è chiamata ad apportare un fondamentale contributo alla diffusione della Medicina genere-specifica, intervenendo soprattutto sui fattori di rischio modificabili e quindi sulle azioni di prevenzione che una buona attività di comunicazione riesce ad innescare. La “diffusione” passa attraverso la divulgazione della conoscenza e delle informazioni corrette, da cui derivano stili di vita sani e percorsi appropriati di screening e di cura.
“Oggi dobbiamo evitare di uscire dalla pandemia peggio di come ci siamo entrati” ricorda Marmot: “abbiamo utilizzato troppo a lungo il prodotto interno lordo come indicatore di successo delle politiche di un paese, ora dovremmo puntare a costruire una società della corretta distribuzione della salute e del benessere”.